Uno, nessuno e centomila #2

uPropongo con entusiasmo una nuova intervista dell' innovativa rubrica "Uno, nessuno e centomila". Questa è la volta di Danilo Roecaste, volto noto a Roma centro, che mi ha espresso il suo desiderio di mettere nero su bianco i suoi pensieri. Parlando con lui, l'arte è stato il primo argomento che abbiamo trattato, ma la conversazione ha preso poi un' altra direzione.
Leggiamo insieme che cosa ha da dirci...

Danilo Roecaste
ovvero
"La felicità è donna"

Danilo Roecastle
Ransie2 Oleander: "-L’opera d’arte è sempre una confessione- afferma Umberto Saba. 
Qual'è, a tal proposito, la tua concezione di arte?"

Danilo Roecaste: "Beh, bisognerebbe sempre partire dal concetto di arte in senso universale. Ma per farlo bisognerebbe necessariamente percorrere troppi secoli di storia e capire la nascita e l’evoluzione di quella che oggi definiamo “arte”. Erano arte le prime incisioni nelle caverne? Era arte portare enormi massi di marmo nelle valli? Era arte costruire piramidi? Forse era arte e lo è tutt’oggi, ma una cosa è certa: Tutto era estremamente religioso. La mia idea di arte fin dall’alba dell’uomo è che ha mosso i primi passi a stretto contatto con la religione. E questo lo si può vedere in quasi tutte le epoche storiche. Ma alla domanda che cos’è l’arte non c’è una vera e propria risposta. Bisognerebbe domandarsi: Che cos’è per me arte?
Sicuramente per me Arte vuol dire tramutarsi in altro, trasfigurarsi, modificare per tutto il tempo necessario il proprio punto di vista, la propria esperienza personale, avere una visione più ampia, restando in ogni caso  ancorati al nostro piccolo “Io”
E’ quanto di più vicino ad una vera e propria esperienza spirituale e perché no religiosa."
Ransie2 Oleander: "-Felicità- : una parola forse difficile persino da pronunciare o forse così tanto vicina a noi, da tendere ad ignorarla. Cosa è per te la felicità?"

Danilo Roecaste: "Guarda, per me nella vita esistono tre grosse bugie, ovvero: 
L’Amore, Dio e Babbo Natale.
Si arriva sempre prima o poi a perdere fiducia in queste tre figure. Tutti ricordiamo la tristezza nello scoprire l’inesistenza di Babbo Natale. La mia fu traumatica, ricordo che mio fratello maggiore fece un bel volo giù dalle scale con il suo pancione e il vestito rosso quando lo sorpresi a piazzare i regali. Poi è il turno di Dio. Insomma, se non esiste Babbo Natale che senso può mai avere Dio? Sono così uguali. Un bel giorno ci fermiamo a riflettere e ci accorgiamo di essere soli, nessuno che ascolta le nostre preghiere, nessun angelo custode, nessuno sconto sulla verdura, soltanto l’1 per mille da dare alla Chiesa. Poi, finalmente, è il turno dell’amore. Andiamo oggi giorno chi crede ancora alla parola “Ti Amo”? Ricordo una frase  di Woody Allen nel film Harry a Pezzi che dice: “Le parole più belle del mondo non sono “Io ti amo” ma bensì “E’ Benigno!” credo che sia una frase geniale, che racchiude in sé tutta l’amarezza nello scoprire che l’amore non è mai eterno, ma di sicuro passeggero. Tutto questo per dire che:
Secondo il mio punto di vista la “Felicità” non esiste. E’ uno stato illusorio. Vorrei premettere che io non sono religioso, sono Ateo, per me non esiste una sorta di felicità proveniente da un posto custodito da San Pietro o da Paolo Bonolis (e di certo non sto parlando del Vaticano) Io credo che l’uomo sia profondamente triste, depresso e, cosa più importante, infelice. Come si fa a biasimarlo? Tutti almeno una volta nella vita abbiamo sentito quella sensazione di impotenza nei confronti di un universo caotico e senza senso che schiaccia sulle nostre vite. Non si può essere “felici” nell’assenza di un dio giusto e che ci ama e nel sapere che la nostra vita non ha alcun significato nascosto. Ma per nostra fortuna esiste l’Illusione. Ecco, la felicità è illudersi, in senso positivo intendo. Abbiamo bisogno di attaccarci alle cose che più ci fanno stare bene per sopravvivere. Ora può trattarsi dell’Amore, dei soldi, del successo, dei figli. Io mi attacco alla Donna, e qualche volta loro attaccano me con dei bastoni. Ma la Donna, per me, è l’unico vero motivo di sopravvivenza in un mondo confuso, un essere straordinariamente imperfetto, affascinante nella sua complessità e nella sua nevrosi acuta, sensuale nella forma. Insomma per me la felicità è donna.

Ransie2 Oleander: "Prendendo in esame l'argomento "Second Life" come vivi questa realtà? SL: una vita parallela o una continuazione della vera?"

Danilo Roecaste:  "Second Life. Diceva Baudelaire: "La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato far credere al mondo che non esiste" Penso che si rivolgesse a Second Life. Scherzi a parte, io credo che Second Life sia un arma a doppio taglio. Ha i suoi lati positivi e i suoi profondi e ben radicati lati negativi. Ho un po’ paura quando si dice che Second Life può essere una vita parallela, perché in realtà lo è a tutti gli effetti. In quel gioco è stata ricreata una meccanica di vita molto simile a quella reale: Puoi lavorare (per quelli che non lo sanno Ransie lavora su second Life, è la poliziotta supersexy di Roma Centro ;D) puoi spendere in abbigliamento o in altre cose il tuo guadagno, puoi perfino comprarti una Escort (qualcuno dovrebbe dirlo alla classe dirigente italiana) All’interno del gioco sviluppi amicizie, scambio di opinioni (anche se talvolta si concludono con un Ban e non solo della Linden Lab) e perché no anche amori. Ora capirete da soli che è una cosa estremamente orribile, artificiale e maledizione funziona! Io ho molti amici conosciuti all’interno del giochino infernale, persone con cui ho condiviso momenti divertenti e anche intimi (mi riferisco alle amiche) in Real Life. Detto ciò, ovvero nulla, io continuo a pensare che second life sia una bel gioco maledetto, uno di quei sistemi che facilitano i rapporti umani, ma sia chiaro: Facilità è anche Mancanza di Sforzo, quindi estinzione."

Ransie2 Oleander: "Chi è in realtà Danilo Roecastle?"

Danilo Roecaste: "Anche detto (da me) Roecastleuccio! Il mio pupazzetto pazzerello e rompicoglioni (si può dire rompicoglioni?) In realtà il Roecastle non è la realtà, o meglio, non è tutta la realtà. Dicono che un avatar dovrebbe essere la trasposizione digitale del nostro io ideale, il mio avatar è magro, basso e non è simpatico, chi mi conosce in Real Life capirà che ci sono incredibili somiglianze. Credo di aver trasmesso al mio pupazzo anche la Misantropia, cosa di cui vado molto fiero. Non credo passi molta differenza tra me e il mio me digitale, a parte la misura dell’oggetto nei boxer, si sa, non sono uno spavaldo quindi per vivere di contraddizioni ho donato al mio avatar un oggetto di poca cosa.
Ma per rispondere alla domanda: Chi se ne frega di chi è in realtà Danilo Roecastle? Cercate piuttosto di soffermarvi su chi è Danilo Piscopo, cosa un tantino più difficile. Non mi sono mai soffermato all’avatar, anche perché vengo colto spesso da grossi attacchi di risata quando penso ad un altro esserino dietro il monitor che suda per muovere al meglio un pupazzo elettronico. Non ho mai avuto problemi a dire il mio vero nome e il mio vero cognome, e sinceramente non ho mai capito tanta riservatezza nelle altre persone.
Con questo concludo. Vi ringrazio tutti della gentile attenzione e ringrazio particolarmente Ransie per l’opportunità, spero di non aver creato depressione.
Il vostro Danilo Roecastle."

Grazie Danilo 

Per quanto riguarda la tua risposta alla mia ultima domanda, vorrei intervenire. Ognuno di noi vive e ha il diritto di vivere SL come meglio crede. C'è chi svela la propria identità, pensando che il riservarla sia una cazzata, chi invece tende a "proteggerla" per altre e private ragioni. La vita è una, purtroppo, la seconda vita è "multipla": "muore" un avatar ne crei un altro...Ergo, almeno quì, se vogliamo essere X invece della nostra vera identità Y...siamo liberi di farlo. Mio, ovviamente, personale parere.
Sulle 3 bugie... mi trovi d'accordo, ma non appieno. Due su tre però è una buona percentuale:)

Alla prossima :)
RO

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✎To be continued

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